‎Pre-surrealismo‎
‎Catalogue illustré de l'exposition des arts incohérents. Segue: Souvenir rétrospectif des expositions 1882-1883‎

‎Paris E. Bernard et Cie., Imprimeurs, éditeurs 1884 In-8°, pp. (12), 163, XV, 2 tavole fotografiche della luna e di una cometa, interamente illustrato da vignette in bianco e nero a piena pagina, legatura in mezza tela, titolo in oro su tassello al dorso, brossura editoriale superiore rilegata all'interno. Straordinario catalogo di questa mostra "egli artisti incoerenti" che si prefigura come precursore del surrealismo e del dadaismo. Tra gli anni Ottanta dell’Ottocento ed il primo decennio del Novecento, in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti si sviluppano una serie di manifestazioni che per molti versi sembrano prefigurare le istanze delle Avanguardie. Diversi gruppi d’artisti infatti, complice la deroga permessa dall’adozione dell’umorismo come spunto creativo e linguaggio espressivo, inaugurarono dei Salons caricaturali che a Milano e Venezia presero il nome di “Indisposizione di Belle Arti”, a Parigi di “Arts Incohérents”. ll contesto in cui maturò la nascita di questi gruppi è riferibile ad un fenomeno di estrema rilevanza di cui solo oggi si ricomincia a parlare in modo sistematico riconoscendone l’importanza: quello che Marc Partouche ha voluto identificare col termine “groupisme”. Questa tendenza, concretizzatasi a Parigi attorno alla fine del settimo decennio dell’Ottocento e presto estesa a tutta Europa, è riassumibile nella pratica allora diffusa fra gli artisti e gli intellettuali di formare dei gruppi effimeri, non più assimilabili ai tradizionali salotti o ai circoli della “prima bohème”, e non necessariamente collegati tra loro, ma accomunati, malgrado l’eterogeneità dei propri membri, dall’attività rivolta ad una pungente critica della tradizione accademica, del nascente mercato borghese e delle più affermate scuole letterarie ed artistiche contemporanee. A guidarli in quest’opposizione erano l’ironia, il disimpegno, la carica giovanilistica, uno spiccato gusto per la contraddizione e soprattutto l’umorismo. Le opere a loro riferibili dunqe, riflettendo la natura “irregolare” dei propri fautori, si affermarono attraverso canali alternativi. In tutte è infatti presente la volontà di dar forma concreta all’umorismo applicato alla rappresentazione, portando fuori dalle pagine delle riviste i Salons caricaturali grazie a vere esposizioni dal fine caritatevole ed approdando così alle innovazioni stilistiche e concettuali per cui sono ormai noti. “Les Arts Incohérents” di Parigi è stato il primo gruppo a stimolare un significativo interesse tra gli studiosi, risultando così a tutt’oggi il più noto, ed il buon grado d’analisi della loro storia a cui ormai si è giunti è funzionale ad una più chiara introduzione a quella degli altri due, anche se l’Indisposizione di Belle Arti di Milano è cronologicamente anteriore. Nati su iniziativa dell’aspirante drammaturgo Jules Lévy e sulla scorta di una tradizione tardo bohèmienne e “fumiste” già incarnata soprattutto dagli “Hydropathes” di Émile Goudeau, e proseguita nell’ambiente dello Chat Noir di Rodolphe Salis, gli artisti “incoerenti” inaugurarono la loro prima esposizione, seppur non ancora ufficiale, nell’agosto del 1882, continuando con le iniziative, tra balli e mostre, fino al 1896. I loro Salons registrarono la partecipazione di un gran numero di artisti provenienti da diversi ambiti dell’espressione, le cui opere presentavano già sorprendenti soluzioni estetiche. Qui infatti, l’esasperazione del gusto contemporaneo, la deformazione dei clichés più tradizionali e la critica pungente applicata all’attualità sociale e culturale portarono a prefigurare il “ready-made” in virtù del ricorso al prelievo di oggetti quotidiani e l’astrazione con la realizzazione di monocromi i quali, seppur ancora legati a concetti narrativi, erano privi di qualsiasi caratteristica illustrativa. Opere quali il Bas relief, la Nouvelle niche à saints, la Vénus de Mille eaux e le tante altre parodie della Venere di Milo, il Combat de négres pendant la nuit dans un tunnel di Bilhaud ed i successivi monocromi di Allais, hanno per prime attirato l’attenzione degli studiosi francesi ed oggi vengono spesso evocate come termine di paragone con le Avanguardie, traccia una brevissima storia degli “Incoerenti” e mette a paragone la loro esperienza con quella surrealista e dada. Negli anni seguenti, anche sull’onda della rinnovata fortuna di Dada e di alcune figure come Duchamp, le ricerche sono proseguite ininterrottamente.‎

Reference : 20805


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