Editions Fleuve Noir, 1973, broché, 384pp. Bon état, 240x155.
Reference : 366
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CONSEJO DE LA UNION EUROPEA - SECRETARIA GENERAL. 2023. In-8. Broché. Etat d'usage, Couv. convenable, Dos satisfaisant, Intérieur frais. 76 PAGES illustrées en couleur + 2 planches de stickers - en espagnol. . . . Classification Dewey : 460-Langues espagnole et portugaise
Classification Dewey : 460-Langues espagnole et portugaise
Reference : 53290
Celebrato nell'anno 1631 da... Fra Antonio de Paula. Aggiontivi li Privilegij, il modo di dar la Croce, e di fare li miglioramenti alle Commende. per Bartolomeo Cotta Stamp. Camerale, Borgo Nuovo, Marchesato di Roccaforte, 1674-1675. In-4 p. (mm. 290x200), bella legatura in p. pelle settecentesca, cornici dorate ai piatti che racchiudono l'insegna dell'Ordine di Malta (una croce a otto punte), dorso a cordoni con ricca decoraz. e titolo oro. Il volume contiene:- "Statuti della sacra religione di S. Gio. Gerosolimitano..", 9 cc.nn., 244 pp.num., 32 cc.nn. (di Indice), con bellissimo frontespizio allegorico figur. e 1 tavola con il ritratto di Nicol Cotoner, cui dedicata l'opera, inc. in rame.- "Ordinationi del Capitolo Generale" celebrato nell'anno 1631 da Fra Antonio de Paola, con un Indice volgare, 180 pp.num., 15 cc.nn., con lo stesso frontespizio e ritratto di Nicol Cotoner.- "Privilegii della sacra religione di San Gio. Gerosolimitano", con un Indice volgare, 100 pp.num., 8 cc.nn. (al verso dell'ultima carta la data 1675); con lo stesso frontespizio e ritratto di Nicol Cotoner (posto al fine). - "Instruttioni per fare il processo". De' meglioramenti delle Comende, conforme a i Stabilimenti, Ordinationi capitolari, e buone Consuetudini della Religione di S. Giovanni Gierosolimitano, 10 pp.num. (senza frontesp.).- "L'Ordine che si tiene nel dar la Croce di San Giovanni Gierosolimitano", 10 pp.num. (senza frontesp.).- "S.D.N. D. Urbani divina providentia Papae VIII, Caeremoniale" super electione Magni Magistri hospitalis S. Ioannis Hierosolymitani, Romae, Ex Typ. Rev. Cam. Apost., 1635, cc.nn. 6, incluso il frontespizio con grande marca tipografica alle armi, inc. su legno.- "Cerimoniale della Santita' di N.S. Urbano Papa VIII" sopra l'Elettione del Gran Mastro dell'Hospedale di S. Gio. Gierosolimitano, Roma, nella Stamp. della Rev. Cam. Apostolica, 1635, cc.nn. 6, incluso il frontespizio con grande marca tipografica alle armi, inc. su legno. "Edizione originale" del primo libro stampato a Borgonuovo. E' questa una preziosa edizione, difficile a trovarsi nella sua completezza: essa infatti fu stampata in modo quasi artigianale e risulta composta di molte parti distinte le quali si riferiscono ai diversi aspetti della giurisdizione riguardante i Cavalieri di Malta. Cfr. Fumagalli "Dictionnaire gographique d'Italie pour servir l'histoire de l'imprimerie", p. 48: "Borgonuovo di Roccaforte, chateau des Spinola, dans le Marquisat de Roccaforte. Aujourd'hui Borgonuovo est un pauvre hameau, mais dans ce chateau, au XVII sicle, on frappait monnaie, et on avait une belle imprimerie, dirige d'abord par Barthlemy Cotta, et ensuite par Antoine Scionico, l'un et l'autre "stampatori camerali" de ces feudataires. Le nom du premier se lit sur le beau volume des Statuts de la Religion de Malte, imprim de 1674 1676 par ordre de Paul Raphael Spinola, seigneur absolu de ce fief et comte de Ronco. Jusqu'au sicle suivant, on a imprim Borgonuovo des livres l'usage des chevaliers de Jrusalem". Solo il primo frontespizio restaur. per manc. al marg. bianco infer.; ultime 12 carte con uniforme arross., altrimenti fresco esemplare molto ben conservato.
En el qual se verifica mucho de lo que escrivio el Dr. Garca de Orta. Martin de Victoria, Burgos, 1578. In-16 gr. (mm. 184x120), p. pelle settecentesca, dorso a cordoni (restaur. per manc.) con decoraz. e tit. oro su tassello, 12 cc.nn., 448,38 pp.num.; al frontesp. cornice architettonica con lo stemma della citt di Burgos; ornato da pregevoli grandi capilett. figur. a vignetta; con 1 ritratto di Christopher Acosta e con interessantissime e inedite illustrazioni xilografate nel t. Sono ben 46 tavv. di cui: 41 (a p. pag.) raffigurano piante, 2 portano l'immagine di due elefanti (a p. pag.) e 3 (pi piccole) con figure di foglie, tutte disegnate da Acosta. L'opera chiude con un Tractado del Elephante, il primo studio monografico su questo animale. "Edizione originale" di questa rara e preziosa opera che ebbe notevole influenza in Europa perch fece conoscere le piante asiatiche pi importanti, sia dal punto di vista medicinale che del loro utilizzo come spezie; fra queste segnaliamo: ginger, cannella, pepe, noce moscata, oppio e cardamomo. In realt questo trattato una versione rivista ed accresciuta dei Coloquios dos simples e drogas he cousas medicinais da India di Garcia da Orta, pubblicato a Goa nel 1563. Medico e botanico portoghese il da Orta aveva a lungo studiato la flora locale di Goa, concentrandosi specialmente su quelle piante che potevano essere impiegate in campo medico. Acosta, medico gesuita, fece la conoscenza di da Orta nel corso dei suoi viaggi in India e la sua versione dei Coloquios risulta pertanto molto interessante per le sistematiche e dirette osservazioni sul campo.Cfr. Palau,I, p. 10 (con le varie traduz. in latino, italiano, francese e inglese) - Pritzel,13 - Wellcome,20 per l'ediz. di Venezia, 1585 - Morton,1819 - Cat. of British Museum,I, p. 9. Biographie Universelle,I, p. 160: Christophe Acoste, chirurgien portugais, naquit en Afrique, dans les tablissements qu'y possdait sa nation au 16 sicle. Il eut de bonne heure le gout des voyages, et tant all en Asie pour y rechercher les drogues que l'on en tire pour l'usage de la mdecine, il fut pris par des pirates qui l'emmenrent en esclavage. Il trouva enfin le moyen de sortir de sa captivit, et continua ses voyages. Ce ne fut qu'aprs en avoir fait plusieurs, surtout aux Indes Orientales, qu'il revint en Europe, o il exera la mdecine et la chirurgie. Ayant eu connaissance de l'ouvrage de Garcia "ab horto", sur les drogues, il en entreprit un sur le meme sujet, qui parut Burgos en 1578.Mancano 2 carte: 1 con figura (pp. 419/420) e l'ultima con il nome dello stampatore e data di ediz., qui riprodotte su carta antica. Leggerm. corto del marg. super., con aloni e lievi uniformi arross. interc. nel t., ma complessivam. un buon esemplare.
Venezia appresso Marco Carnioni 1755 Cinque opere in un volume in 8°, legatura in piena pergamena dell'epoca con titolo manoscritto al dorso. Esemplare fresco. Le varie opere hanno formati diversi. Dettaglio: Arrighi Landini Orazio. Poesie liriche a sua eccellenza Giacomo Massimiliano. In Lucca, a spese dell'autore, 1753 pp. (12), CXXXV, antiporta incisa in rame di Francesco Bartolozzi raffigurante in due medaglioni distinti il ritratto dell'autore e una scena allegorica con la scritta 'Labore', una tavola con lo stemma araldico del Conte di Collalto inciso da Carlo Orsolini , testatine e finalini in xilografia . Edizione originale Arrighi Landini Orazio. La primavera, poema in versi sciolti. In Venezia, Pasquali, 1756 pp. 64, Arrighi Landini Orazio. L'Estate. Poema. In Venezia, a spese dell'autore, 1756 pp. 64, in antiporta stemma calcografico del dedicatario, Cornelio Pepoli Musotti Arrighi Landini Orazio. La primavera, poema in versi martelliani. In Venezia, Domenico Deregni, 1756, pp.48, in antiporta ritratto dell'autore inciso in rame Arrighi Landini Orazio. Il tempio della filosofia pp. XVI, 142, (2), antiporta incisa in rame di Francesco Bartolozzi raffigurante in due medaglioni distinti il ritratto dell'autore e una scena allegorica con la scritta 'Labore', una tabella ripiegata con le varie scuole filosofiche, testatine, finaline e capilettera incisi in rame. Rare edizioni in parte originali di Arrighi Landini tra cui la sua più importante opera Il tempio della Filosofia in cui l'A. , dietro lo schermo letterario d'un mitico rapimento in Olimpo, ragguaglia sui maggiori filosofi, alternando gli elogi del Fontenelle, del Gassendi, del Voltaire a cautelose attestazioni di ortodossia cattolica. Il sogno termina con la descrizione del sepolcro di Newton e con un'interessante difesa di Galileo...'' (Diz. Biogr. Ital., vol. 4, pp. 313-4).
In Venetia appresso Gio. Maria Bonelli, il giovene 1576 In-8° (206 x 150 mm.), pp. (8), 307, (1), bella marca tipografia al frontespizio e al colophon, caratteri in corsivo romano, testo su due colonne, bei capolettera e testatine in xilografia, alle ultime pagine xilografie n.t. raffigurani strumenti chirurgici. Legatura coeva in piena pergamena floscia. Firma di appartenenza cassata al frontespizio, note manoscritte ai fogli di guardia. Leggera gora di umidità al margine superiore delle prime 30 carte. Giovanni da Vigo (Rapallo, 1450 – Roma, 1525) è stato un medico e chirurgo italiano. A Savona, dove si trasferì conobbe ed entrò nelle grazie del cardinale Giuliano Della Rovere che, eletto papa nel 1503 col nome di Giulio II, lo volle con sé a Roma come suo chirurgo "colmandolo di ricchezze ed onori". Su richiesta dei suoi amici, più che per sua pgsonale iniziativa, come il D. tiene a precisare nel Prohemium, pose mano alla stesura della Practica in Chirurgia. Copiosa inarte chirurgica... che fu compiuta nell'arco di undici anni, dal 1503 al 1514, anno in cui uscì in una elegante edizione a Roma. La Practica in chirurgia copiosa è divisa in nove libri: De anathomia; De apostematibus; De vulneribus; De uiceribus; De morbo gallico et iuncturarum doloribus; De fractura et dislocatione; De natura iimplicium et eorum posse; Antidotarium de resolutivis, maturativis, repercussivis simplicibus et compositis ac nonnullis aliis secretis nostris ... ; De nonnullis additionibus pro operis complemento (sitratta delle febbri dei naviganti, dei coito e dei problemi ad esso connessi, "de maleficiatibus", dei capelli e dell'adatto trattamento per evitarne licaduta, l'imbiancamento, e. numerosi altri problemi). A unanime parere, degli storici della medicina, in essa sono contenute scoperte ed intuizioni di grande importanza. Il D. vi afferma il valore dei metodo empirico sperimentale, della diretta osservazione dei corpi e dello studio dei cadaveri. Notevoli sono le sue opinioni attorno al cervello umano che egli sostiene essere in relazione con la massa del corpo e che considera fonte di molte operazioni come immaginazione, intellezione, memoria, abbozzandone una localizzazione. Interessanti sono gli accenni alla circolazione dei sangue e molto importante, per il seguito che ebbe, il suo metodo per legare le vene e le arterie. Larga fortuna godettero i suoi suggerimenti farinacologici per la cura delle ferite sia intern i e che esterne e, a questo riguardò, particolarmente importante è stato considerato il libro terzo De vulneribus dove egli riassume gli esiti delle sue esperienze nel campo delle ferite causate da arma da fuoco. Per le lesioni dei cranio praticava la trapanazione con strumenti di sua invenzione e per la cura del cancro prevedeva l'estirpazione con tutte le sue radici e vene. Nel libro settimo fornì poi una ricca rassegna in ordine alfabetico delle piante medicinali di cui descrisse con minuziosità virtù e caratteristiche, dando prova delle sue notevoli conoscenze in fatto di botanica. Diede altresì un contributo fondamentale alla diagnosi e terapia della sifilide per cui prescriveva l'impiego del mercurio. Larghissima fu la fortuna di quest'opera che conobbe una quarantina di edizioni e traduzioni.